lunedì 15 giugno 2009

Tra i fiori e in mezzo agli alberi: un percorso naturalistico fino al Rifugio Grauzaria

Il percorso di salita dalla val Aupa al Rifugio Grauzaria si svolge in un ambiente naturale che è un vero e proprio paradiso botanico da preservare nella sua integrità. Dalla primavera all'autunno l’occhio attento potrà osservare fiori bellissimi e piante interessanti.

Gli alberi che predominano nettamente, soprattutto nella prima parte del sentiero, sono i faggi, (Fagus sylvatica), alternati al pino nero (Pinus nigra var. austriaca); a questi, sopra quota mille circa, comincia a subentrare il pino mugo (Pinus mugo).

Notiamo anche qualche larice isolato (Larix decidua).

Ovunque sono numerosi il sorbo degli uccellatori (Sorbus aucuparia) e il sorbo montano (Sorbus aria), dai fiori bianchi: questi alberi, della famiglia delle Rosacee, sono particolarmente belli nella tarda estate, quando le bacche maturano e diventano rosse e vistose, cibo prelibato per molte specie di uccelli.

Lungo tutto il percorso notiamo anche moltissimi arbusti di pero corvino (Amelanchieir ovalis), dai fiori bianchi a forma di stella e dalle bacche color blu scuro. Ovunque è diffusa la rosa selvatica (Rosa canina) e la ginestra gialla (Genista sp.): particolarmente belle le piante vicino alla sorgente.

Sui pascoli della malga Flop, ora parzialmente rimboschiti a pino silvestre, vediamo una flora ricchissima: una vera muraglia di lamponi (Rubus idaeus) e di ortiche (Urtica dioica) delimita il sentiero prima di giungere all'abbeveratoio e all'inizio dell'estate risplendono qua e là delle vere e proprie “pozze” di azzurri non-ti-scordar-di-me (Myosotis palustris).

Subito oltre i lamponi cresce rigogliosa la menta selvatica e quasi ovunque fiorisce il velenoso napello giallo (Aconitus napellus): si tratta infatti di specie vegetali che, come i lamponi e le ortiche, prediligono terreni un tempo fertilizzati dalla presenza di bestiame al pascolo. La vegetazione, anche arborea, si è impadronita di quelli che erano pascoli artificiali dipendenti dalla cura dell'uomo; chi si avventura nel pascolo ormai invaso dalle alte erbe vede poi parecchie piante di ginepro (Juniperus communis), le fragoline selvatiche (Fragaria vesca), i bianchi capolini dell'achillea (Achillea millefolium), alcune bellissime piante di tasso barbasso (Verbascum thapsus) e soprattutto gli stupendi gigli martagoni (Lilium martagon).

Salendo verso l'imbrunire è facile, in questo tratto del percorso, udire il verso non troppo rassicurante del capriolo, simile al latrato di un cane.

Oltrepassato l'ultimo tratto di fitta faggeta, cosparsa di specie che amano l'ombra come le anemoni, iniziano a farsi sempre più presenti i pini mughi, accompagnati dai rododendri e da un fitto sottobosco di erica (Erica carnea) e di mirtilli (Vaccinium mirtillum).

Si tratta del rododendro irsuto (Rhododendrum hirsutum), che predilige i terreni calcarei, e del rododendro nano (Rhodothamnus chamaecistus), che si distingue per il colore rosa pallido e le corolle più grandi, aperte e assai fragili.

Un cenno merita anche la pinguicola alpina, pianta carnivora che vive in queste zone e cattura con le secrezioni vischiose delle foglie piccoli insetti di cui poi si nutre,

All'inizio dell'estate osserviamo diverse specie di orchidee alpine (Orchis, Nigritella, Listera ecc.), le aquilegie (Aquilegia sp.) e le genziane (Gentiana sp.); diffusa anche la profumatissima ma velenosa dafne mezereo o fior di stecco (Daphne mezereum) dai fiori rosa e dalle lucide bacche rosse, e l'ononide spinosa (Ononis spinosa), una leguminosa dai fiori variegati rosa-viola. Troviamo anche una Labiata non molto comune, l'ormino dei Pirenei (Horminum pyrenaicum). Da fine luglio fioriscono ovunque i ciclamini (Cyclamen purpureum). Avvinta sui mughi scorgiamo la clematide alpina (Clematis alpina), una pianta rampicante dai delicati fiori violetti.

Ma i fiori più belli, e integralmente protetti, li troviamo più in alto, sui ghiaioni che salgono alla forcella del Portonàt, l'intaglio di roccia da cui si sale in vetta alla Grauzaria: possiamo vedere la viola gialla (Viola tricolor), l'orecchia d'orso (Primula auricola), la stella alpina (Leontopodium alpinum), l'orchidea spontanea (Nigritella nigra), il raponzolo di roccia (Phyteuma comosum), i garofanini (Dianthus silvestris), il bianco cerastio, le campanule alpine e il papavero retico (Papaver rhaeticum) a fiori gialli, che trova qui il suo limite di estensione verso est, in quanto già sullo Zuc dal Bôr troviamo il papavero julico a fiori bianchi.

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