lunedì 15 giugno 2009

Itinerari dal Rifugio Grauzaria



Itinerario n. 1



Un duplice belvedere

Salita al monte Flop



Il monte Flop, che sovrasta il Rifugio Grauzaria verso Nord, è formato da due cimette rocciose, quella Ovest alta 1795 m e quella Est 1715 m, entrambe facilmente raggiungibili dalla sella del Foran da la Gjaline, 1560 m (il toponimo fa riferimento a una depressione – foràn – adatta alla cova per le femmine del gallo forcello). Questa escursione è estremamente piacevole per il vasto panorama sui versanti nord del Sernio e della Grauzaria, nonché per la vista sulla conca di Paularo e sulla parte superiore della val Aupa.





Dal Rifugio Grauzaria si sale al Foran da la Gjaline con un buon sentiero in 45 minuti circa. Il sentiero CAI n. 437 si snoda prima in un fitto bosco di faggi e poi su terreno aperto, attraversando il pascolo ormai rinselvatichito della antica casera Foran da la Gjaline, a quota 1508, di cui restano ora pochi ruderi a stento visibili tra la vegetazione. La sella è un ambiente solare, un piccolo paradiso silenzioso da cui si gode già una magnifica vista.





Con una piccola deviazione, in circa 20 minuti di cammino su percorso semipianeggiante, proseguendo lungo il sentiero CAI n. 437 si può raggiungere una piccola e armoniosa costruzione di legno adibita a bivacco, sempre aperta, là dove un tempo sorgeva la Casera del Mestri, a 1512 m di quota ai piedi del Sernio.

Per raggiungere la cima ovest del monte Flop, la più alta, si può salire senza percorso obbligato dal Foran oppure seguire inizialmente il sentiero n. 435 che si stacca a destra e che dopo un tratto quasi pianeggiante tra mughi, rododendri e splendidi fiori di ogni genere, comincia a salire con strette svolte. Poco prima del primo tornante si può puntare facilmente alla cima.

Per salire sulla cima est, splendido belvedere sulla val Aupa, conviene invece continuare per il sentiero n. 435, salire e poi procedere in costa fino a una evidente traccia leggermente più bassa che porta alla cima est, 1715 m.



Itinerario n. 2



La regina della valle

Via normale alla Creta Grauzaria, 2065 m



Il percorso è completamente segnalato fino alla vetta; la parte terminale richiede qualche capacità alpinistica e abitudine all'esposizione.

Dal Rifugio Grauzaria, 1250 m, con il segnavia n. 444 si sale il lungo canalone detritico incassato tra le alte pareti della Cima della Sfinge a sinistra e la Cima dei Gjai a destra, fino all'intaglio roccioso del Portonàt (cattivo portone), 1860 m, in ore 1.30 di faticoso cammino su ghiaione.

Seguendo i bolli rossi si attacca la paretina a sinistra e compiuto un breve obliquo a sinistra (I, passaggio di II-) si sale direttamente fin sotto a una marcata cresta. Senza raggiungerla si inizia un lungo obliquo verso sinistra attraversando cenge esposte e canali detritici, fino a portarsi su un costone nei pressi di una croce di ferro. Salendo direttamente su detriti per tracce di passaggi si tocca in breve la cima in un'ora dal Portonàt.

Dalla cima vasto panorama verso lo Zuc dal Bôr, il ghiacciaio del Canin, i Musi, la pianura e tutta la Carnia. Fa parte del circuito escursionistico chiamato “30 cime dell'amicizia”.

Ore 2.30 dal Rifugio Grauzaria.



I primi salitori: il 18 giugno 1893 Emilio Pico e Arturo Ferrucci con la guida Giovanni Filaferro e un portatore partirono alle 2.50 del mattino da Bevorchians e salirono dal Portonàt alla vetta per la via normale, giungendovi alle 7.40. Non paghi di questa loro fatica, tuttavia, nel primo pomeriggio salirono a una “tacca detta Gjai” e da qui scesero nella valle del Glagnò fino a Moggessa e quindi a Moggio. Un vero tour de force!





Itinerario n. 3



Un ambiente selvaggio

Salita al Bivacco Feruglio, 1725 m



Il Bivacco Dionisio Feruglio, della SAF-CAI di Udine, è situato in uno dei luoghi più selvaggi e suggestivi dell'intera zona: il grande pianoro ghiaioso chiamato Gran Circo o Plan della Crete, che si estende ai piedi delle pareti est della Creta Grauzaria, in vista delle guglie del campanile Cantoni (Torre Prima), del Campanile Brovelli (Torre Seconda) e della Torre Terza e Quarta. Vale certamente la pena di raggiungerlo, perché il percorso è molto interessante e completamente sconosciuto ai più.



Dal Rifugio Grauzaria si segue il segnavia n. 444 per un breve tratto iniziale e dopo il bivio per il Portonàt si prosegue in costa passando ai piedi della Cima della Sfinge e delle pareti nord della Creta Grauzaria. Questo sentiero porta il numero 446.

Con una ripida salita si raggiunge una prima forcelletta visibile anche dal rifugio; passati sul versante est, si continua a salire ripidamente su ghiaie seguendo il sentiero fino a un canalino attrezzato con corde metalliche alquanto rovinate. Questo tratto difficile si può comunque aggirare a sinistra poco prima dell'inizio delle attrezzature.





Si riprende ora il sentiero che, tenendosi sempre alla base della parete, in vista dei caratteristici torrioni chiamati Torri di Flop, percorre una specie di camminamento tra la parete stessa e alcune colossali lame di roccia.





All'uscita bella vista del Campanile della Medace, 1586 m, incorniciato dalle pareti scure del “camminamento”: senza arrivare alla Medace si risale ora fin quasi alla fine un lungo canalone di grossi massi.





Alla fine del canalone il sentiero obliqua a sinistra (Sud), tra mughi, ghiaie e zolle erbose, mentre ora la punta della Medace appare proprio sotto il sentiero. In breve si giunge in vista del bivacco. Non si trova acqua lungo il percorso.

Ore 2.30 dal Rifugio Grauzaria.

Itinerario n. 4



Un'arrampicata solare

Via direttissima alla Creta Grauzaria



Questo percorso, che si svolge in ambiente grandioso e solare, richiede esperienza e qualche attrezzatura alpinistica per superare tratti di III. Esso permette di attraversare il massiccio della Creta Grauzaria da Sud a Nord passando dalla cima.

Dal Bivacco Feruglio, 1725 m, proseguire su detriti verso Sud puntando all'angolo sinistro del Gran Circo o Plan della Crete, dove un torrione appoggiato alla parete forma un diedro-colatoio. Attaccare le roccette a sinistra del colatoio e salire direttamente per 40 metri (II).

Traversando a destra si raggiunge il diedro che va risalito (II, un passaggio di III+) in direzione di un enorme masso incastrato; entrare nella caverna formata dal masso e uscire per uno stretto foro (II+) su una forcelletta. Valicarla per alcuni metri e, prima che il colatoio strapiombi, traversare sulla parete destra per 15 metri usufruendo di alcune fessure orizzontali (“le fessurette”, tratto chiave, III).

Giunti in un camino seguirne l'andamento (II-) fino a uscire in un colatoio (I) che si trasforma in cengia obliqua a sinistra. Appena possibile salire direttamente fino a raggiungere una cengia più alta che, percorsa verso sinistra, porta sulla grande cresta sud della Creta Grauzaria (2 ore). Seguirla in direzione della cima, superando l'anticima SO, l'anticima S e l'anticima SE, mantenendosi sempre sul versante sinistro (Sud). Da una forcelletta salire direttamente in vetta, oppure obliquare a sinistra fino sulla cresta ovest e per essa in vetta in un'ora (3-4 ore in tutto).

La direttissima fu aperta da Napoleone Cozzi e Tullio Cepich (8-9 settembre 1900): l'itinerario rappresentava una delle più difficili scalate delle Alpi Carniche di quei tempi.



Itinerario n. 5



Un monte “sereno”

Via normale al monte Sernio, 2187 m



Dal Foran da la Gjaline, in un mattino di sole, la bianca mole calcarea del monte Sernio appare in tutta la sua potenza e il suo splendore, giustificando pienamente il nome che deriva dall'aggettivo latino serenus, cioè spoglio, privo di alberi. La salita al monte Sernio per la via normale è un'escursione veramente remunerativa per la continua varietà degli ambienti e dei paesaggi, che ci ricompensa della sua lunghezza (ore 2,30-3,00 dal Rifugio Grauzaria). Il percorso presenta qualche passaggio di II-.





Dal Foran da la Gjaline 1560 m (segnavia n. 437, vedi itinerario n. 1) si scende per pochi metri e ci si immette nel sentiero a sinistra (segnavia n. 419) che sale alla Forca Nuviernulis, 1732 m, in ore 1.30 dal Rifugio.

Dalla forcella si scende per un breve tratto sul lato sud (valle del Glagnò) per aggirare la Torre Nuviernulis o Medòn, e poi si risale fino alla forcelletta a Ovest della stessa, ai piedi di un altro torrione, la Torre Ivano.





Da qui si sale con percorso alterno tra roccette e tratti erbosi tenendosi poco lontani dalla cresta est del monte Sernio. Oltrepassata un'ulteriore forcelletta ci si porta sul versante sud del monte, meno ripido, e risalitolo per un tratto si giunge all'estremità della cresta est e da qui alla vetta.

Ore 3 dal Rifugio.

Il panorama è vastissimo, dalle Dolomiti alle Prealpi e alla pianura, con le Giulie a Est e i Tauri a Nord. In primo piano il monte Tersadia a Ovest, solcato dalle serpentine della strada militare, e le pareti della Creta Grauzaria a Est.

La vetta del Monte Sernio fu raggiunta per la prima volta da due donne, Minetta e Annina Grassi, il 21 agosto 1879.

Itinerario n. 6



Per facili roccette

Salita al monte Sernio per la cresta NNO



La salita si svolge sulla marcata cresta che separa la parete nord dalla parete ovest lungo un itinerario vario e divertente, con alcuni passaggi di facile arrampicata fino al II grado. E' richiesta qualche conoscenza di tecniche alpinistiche. Il percorso è segnalato.

Dal Foran da la Gjaline, 1560 m, abbassarsi nella conca di Casera del Mestri e seguendo i segnavia gialli e bianchi dell'Alta Via Val d'Incarojo salire verso sinistra su faticosi detriti fin dove la Cresta di Valvariute si collega alla cresta NNO (ore 1.30).

Seguendo un canalino si tocca la cresta; da qui traversare a destra fino a poter salire direttamente per facili roccette (I) giungendo sotto un salto di roccia verticale. Obliquare prima a destra (I e II), poi a sinistra (II) per rampe, portandosi sotto strapiombi neri. Obliquare per 50 metri a destra su una cengia (I) quindi salire direttamente per divertenti roccette e canalini (I e II-) fino su una marcata cresta. Seguendo quest'ultima verso destra si tocca in breve la vetta (ore 2.30; ore 4 in tutto).









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