sabato 29 agosto 2009

Al Rifugio con un percorso alternativo ai piedi della Medace

Dal ponte di Dordolla all'ex casera Flop per la mulattiera militare dei Lots de la Piciule Cengle

Ai piedi della Medace


Un'interessante alternativa al “solito” sentiero per arrivare al Rifugio Grauzaria può essere il percorso della mulattiera militare (costruita alla fine degli anni Cinquanta) che dalla Val Aupa, all'altezza del ponte di Dordolla (539 m), porta al borgo di Fassoz (624 m) e alla conca di Flop (986 m) passando ai piedi del grande ghiaione della Creta Grauzaria e del campanile della Medace, in un ambiente vario e inconsueto.
Tale percorso è stato di recente ripulito e segnalato con bolli blu e ometti dall'Associazione “La cort dai gjats” di Dordolla ed è in perfette condizioni.


Campetti di fagioli ai Fassoz


Si lascia la macchina sulla provinciale della Val Aupa in prossimità del ponte di Dordolla (migliori possibilità di parcheggio appena oltre il ponte). Un grande crocifisso in legno e la casetta che fa da fermata alla corriera di linea SAF segnano l'inizio del sentiero che, ben evidente e ben segnalato, porta in circa 10 minuti alla pittoresca borgata di Fassoz, da cui si gode la miglior vista su Dordolla.


Balcone fiorito ai Fassoz



Seguendo le indicazioni si percorre tutto il piccolo borgo puntando verso la strada di accesso automobilistico, dove il nostro sentiero si stacca sulla sinistra e inizia a salire nel bosco (tabelle e bollini blu sul muro di contenimento).


L'attacco del sentiero appena oltre i Fassoz


Dapprima si sale ripidamente, poi il sentiero si fa più largo e diventa meno ripido, salendo con ampie svolte verso i ghiaioni della Grauzaria, in luogo selvaggio e poco frequentato di grande suggestione. La vista su Dordolla e sulla val Aupa si fa sempre più aerea. Giunti a quota 1000, proprio sotto il campanile della Medace (1586 m) nella zona denominata Lots de la piciule Cengle, si compie ancora in leggera salita una traversata verso nord. Si attraversa il ghiaione senza abbassarsi, facendo attenzione a segnalazioni e ometti, che potrebbero talora non essere evidenti data la natura del terreno.



Visione sul Monticello di Moggio


Poi aggira un costone boschivo e perdendo quota rapidamente si rientra nel bosco, fino a sbucare una decina di metri più in basso dei ruderi di Casera Flop, a m 980 circa di quota. Calcolare circa 1.40 h fino qui, poi altri 30 minuti circa fino al Rifugio Grauzaria sul sentiero principale n. 437.


Ometti e bolli blu segnalano il sentiero


Il panorama che offre questo itinerario è completamente diverso da quello del sentiero principale, che è limitato dal bosco, e spazia su tutta la val Aupa, sia verso Sud con il caratteristico cocuzzolo del Monticello (1362 m) che verso Nord con l'altrettanto inconfondibile Crete dai Crons (1664 m).


La Crete dai Crons che chiude la Val Aupa


Vale quindi certamente la pena di affrontare qualche saliscendi, mai troppo faticoso.



La Grauzaria dai Fassoz


Chi volesse partire da Dordolla (612 m) e compiere un anello, può parcheggiare nella piazzetta del paese e scendere per l'asfalto fino al ponte sul torrente Aupa (circa 10 min.). Da qui compie il percorso come descritto sopra. Al ritorno può scendere per il sentiero d'accesso principale n. 437 fino alle case dei Nanghetz, 715 m (40 min circa), e da qui ulteriormente sulla stradina asfaltata fino al fondovalle (altri 10 min). Si segue ora la provinciale della Val Aupa in direzione Moggio per circa 1 km fino ad arrivare a una passerella pedonale chiamata “il puint da la Cengle”. Da qui si risale in breve a Dordolla lungo un antico sentiero di collegamento e passando nella zona degli orti, ancor oggi intensamente coltivati, segno della ancor esistente vitalità del paese.
A Dordolla possibilità di ristoro al Bar da Fabio (con alimentari), nella piazza, tel. 0433-51206

lunedì 15 giugno 2009

Tra i fiori e in mezzo agli alberi: un percorso naturalistico fino al Rifugio Grauzaria

Il percorso di salita dalla val Aupa al Rifugio Grauzaria si svolge in un ambiente naturale che è un vero e proprio paradiso botanico da preservare nella sua integrità. Dalla primavera all'autunno l’occhio attento potrà osservare fiori bellissimi e piante interessanti.

Gli alberi che predominano nettamente, soprattutto nella prima parte del sentiero, sono i faggi, (Fagus sylvatica), alternati al pino nero (Pinus nigra var. austriaca); a questi, sopra quota mille circa, comincia a subentrare il pino mugo (Pinus mugo).

Notiamo anche qualche larice isolato (Larix decidua).

Ovunque sono numerosi il sorbo degli uccellatori (Sorbus aucuparia) e il sorbo montano (Sorbus aria), dai fiori bianchi: questi alberi, della famiglia delle Rosacee, sono particolarmente belli nella tarda estate, quando le bacche maturano e diventano rosse e vistose, cibo prelibato per molte specie di uccelli.

Lungo tutto il percorso notiamo anche moltissimi arbusti di pero corvino (Amelanchieir ovalis), dai fiori bianchi a forma di stella e dalle bacche color blu scuro. Ovunque è diffusa la rosa selvatica (Rosa canina) e la ginestra gialla (Genista sp.): particolarmente belle le piante vicino alla sorgente.

Sui pascoli della malga Flop, ora parzialmente rimboschiti a pino silvestre, vediamo una flora ricchissima: una vera muraglia di lamponi (Rubus idaeus) e di ortiche (Urtica dioica) delimita il sentiero prima di giungere all'abbeveratoio e all'inizio dell'estate risplendono qua e là delle vere e proprie “pozze” di azzurri non-ti-scordar-di-me (Myosotis palustris).

Subito oltre i lamponi cresce rigogliosa la menta selvatica e quasi ovunque fiorisce il velenoso napello giallo (Aconitus napellus): si tratta infatti di specie vegetali che, come i lamponi e le ortiche, prediligono terreni un tempo fertilizzati dalla presenza di bestiame al pascolo. La vegetazione, anche arborea, si è impadronita di quelli che erano pascoli artificiali dipendenti dalla cura dell'uomo; chi si avventura nel pascolo ormai invaso dalle alte erbe vede poi parecchie piante di ginepro (Juniperus communis), le fragoline selvatiche (Fragaria vesca), i bianchi capolini dell'achillea (Achillea millefolium), alcune bellissime piante di tasso barbasso (Verbascum thapsus) e soprattutto gli stupendi gigli martagoni (Lilium martagon).

Salendo verso l'imbrunire è facile, in questo tratto del percorso, udire il verso non troppo rassicurante del capriolo, simile al latrato di un cane.

Oltrepassato l'ultimo tratto di fitta faggeta, cosparsa di specie che amano l'ombra come le anemoni, iniziano a farsi sempre più presenti i pini mughi, accompagnati dai rododendri e da un fitto sottobosco di erica (Erica carnea) e di mirtilli (Vaccinium mirtillum).

Si tratta del rododendro irsuto (Rhododendrum hirsutum), che predilige i terreni calcarei, e del rododendro nano (Rhodothamnus chamaecistus), che si distingue per il colore rosa pallido e le corolle più grandi, aperte e assai fragili.

Un cenno merita anche la pinguicola alpina, pianta carnivora che vive in queste zone e cattura con le secrezioni vischiose delle foglie piccoli insetti di cui poi si nutre,

All'inizio dell'estate osserviamo diverse specie di orchidee alpine (Orchis, Nigritella, Listera ecc.), le aquilegie (Aquilegia sp.) e le genziane (Gentiana sp.); diffusa anche la profumatissima ma velenosa dafne mezereo o fior di stecco (Daphne mezereum) dai fiori rosa e dalle lucide bacche rosse, e l'ononide spinosa (Ononis spinosa), una leguminosa dai fiori variegati rosa-viola. Troviamo anche una Labiata non molto comune, l'ormino dei Pirenei (Horminum pyrenaicum). Da fine luglio fioriscono ovunque i ciclamini (Cyclamen purpureum). Avvinta sui mughi scorgiamo la clematide alpina (Clematis alpina), una pianta rampicante dai delicati fiori violetti.

Ma i fiori più belli, e integralmente protetti, li troviamo più in alto, sui ghiaioni che salgono alla forcella del Portonàt, l'intaglio di roccia da cui si sale in vetta alla Grauzaria: possiamo vedere la viola gialla (Viola tricolor), l'orecchia d'orso (Primula auricola), la stella alpina (Leontopodium alpinum), l'orchidea spontanea (Nigritella nigra), il raponzolo di roccia (Phyteuma comosum), i garofanini (Dianthus silvestris), il bianco cerastio, le campanule alpine e il papavero retico (Papaver rhaeticum) a fiori gialli, che trova qui il suo limite di estensione verso est, in quanto già sullo Zuc dal Bôr troviamo il papavero julico a fiori bianchi.

Come arrivare in val Aupa e al Rifugio Grauzaria?

Da Moggio Udinese, a soli 45 Km da Udine (servizio di autocorriere sulla direttrice Udine-Tarvisio), si percorre per circa 8,5 Km il fondovalle della val Aupa (servizio di autocorriere SAF quattro volte al giorno). Lasciata a destra Dordolla, dopo circa 1,5 km si imbocca una stradina asfaltata sulla sinistra (cartelli) che sale con ripidi tornanti. Lasciata la macchina al parcheggio alla fine della strada, si segue la segnalazione bianca e rossa del CAI recante il numero 437.

Il sentiero inizia a salire a svolte nel bosco: a circa 20 minuti dalla partenza si trova un’ottima sorgente. Da qui si prosegue prima per un breve tratto nel bosco fitto, dove è ancora conservata la pavimentazione dell’antica mulattiera, e poi si esce più all’aperto con bella vista sulla Sfinge che comincia a dominare il percorso con il suo severo profilo.

Si giunge così alla bella radura prativa dove sorgeva la casera Flop, 983 m, di cui restano pochi ruderi sommersi dalle ortiche. Un laip (abbeveratoio) sul sentiero permette una comoda sosta consentendo di appoggiarsi senza doversi togliere lo zaino.

Si prosegue ora quasi sul fondo della valle del rio Flop, prima in bosco di faggi poi tra vegetazione più rada, ghiaie e massi; di quando in quando si intravvede il tetto del Rifugio in alto a destra; superati due torrenti si giunge in breve al Rifugio, a quota 1250.

Dal parcheggio al Rifugio ore 1.15 circa.

Itinerari dal Rifugio Grauzaria



Itinerario n. 1



Un duplice belvedere

Salita al monte Flop



Il monte Flop, che sovrasta il Rifugio Grauzaria verso Nord, è formato da due cimette rocciose, quella Ovest alta 1795 m e quella Est 1715 m, entrambe facilmente raggiungibili dalla sella del Foran da la Gjaline, 1560 m (il toponimo fa riferimento a una depressione – foràn – adatta alla cova per le femmine del gallo forcello). Questa escursione è estremamente piacevole per il vasto panorama sui versanti nord del Sernio e della Grauzaria, nonché per la vista sulla conca di Paularo e sulla parte superiore della val Aupa.





Dal Rifugio Grauzaria si sale al Foran da la Gjaline con un buon sentiero in 45 minuti circa. Il sentiero CAI n. 437 si snoda prima in un fitto bosco di faggi e poi su terreno aperto, attraversando il pascolo ormai rinselvatichito della antica casera Foran da la Gjaline, a quota 1508, di cui restano ora pochi ruderi a stento visibili tra la vegetazione. La sella è un ambiente solare, un piccolo paradiso silenzioso da cui si gode già una magnifica vista.





Con una piccola deviazione, in circa 20 minuti di cammino su percorso semipianeggiante, proseguendo lungo il sentiero CAI n. 437 si può raggiungere una piccola e armoniosa costruzione di legno adibita a bivacco, sempre aperta, là dove un tempo sorgeva la Casera del Mestri, a 1512 m di quota ai piedi del Sernio.

Per raggiungere la cima ovest del monte Flop, la più alta, si può salire senza percorso obbligato dal Foran oppure seguire inizialmente il sentiero n. 435 che si stacca a destra e che dopo un tratto quasi pianeggiante tra mughi, rododendri e splendidi fiori di ogni genere, comincia a salire con strette svolte. Poco prima del primo tornante si può puntare facilmente alla cima.

Per salire sulla cima est, splendido belvedere sulla val Aupa, conviene invece continuare per il sentiero n. 435, salire e poi procedere in costa fino a una evidente traccia leggermente più bassa che porta alla cima est, 1715 m.



Itinerario n. 2



La regina della valle

Via normale alla Creta Grauzaria, 2065 m



Il percorso è completamente segnalato fino alla vetta; la parte terminale richiede qualche capacità alpinistica e abitudine all'esposizione.

Dal Rifugio Grauzaria, 1250 m, con il segnavia n. 444 si sale il lungo canalone detritico incassato tra le alte pareti della Cima della Sfinge a sinistra e la Cima dei Gjai a destra, fino all'intaglio roccioso del Portonàt (cattivo portone), 1860 m, in ore 1.30 di faticoso cammino su ghiaione.

Seguendo i bolli rossi si attacca la paretina a sinistra e compiuto un breve obliquo a sinistra (I, passaggio di II-) si sale direttamente fin sotto a una marcata cresta. Senza raggiungerla si inizia un lungo obliquo verso sinistra attraversando cenge esposte e canali detritici, fino a portarsi su un costone nei pressi di una croce di ferro. Salendo direttamente su detriti per tracce di passaggi si tocca in breve la cima in un'ora dal Portonàt.

Dalla cima vasto panorama verso lo Zuc dal Bôr, il ghiacciaio del Canin, i Musi, la pianura e tutta la Carnia. Fa parte del circuito escursionistico chiamato “30 cime dell'amicizia”.

Ore 2.30 dal Rifugio Grauzaria.



I primi salitori: il 18 giugno 1893 Emilio Pico e Arturo Ferrucci con la guida Giovanni Filaferro e un portatore partirono alle 2.50 del mattino da Bevorchians e salirono dal Portonàt alla vetta per la via normale, giungendovi alle 7.40. Non paghi di questa loro fatica, tuttavia, nel primo pomeriggio salirono a una “tacca detta Gjai” e da qui scesero nella valle del Glagnò fino a Moggessa e quindi a Moggio. Un vero tour de force!





Itinerario n. 3



Un ambiente selvaggio

Salita al Bivacco Feruglio, 1725 m



Il Bivacco Dionisio Feruglio, della SAF-CAI di Udine, è situato in uno dei luoghi più selvaggi e suggestivi dell'intera zona: il grande pianoro ghiaioso chiamato Gran Circo o Plan della Crete, che si estende ai piedi delle pareti est della Creta Grauzaria, in vista delle guglie del campanile Cantoni (Torre Prima), del Campanile Brovelli (Torre Seconda) e della Torre Terza e Quarta. Vale certamente la pena di raggiungerlo, perché il percorso è molto interessante e completamente sconosciuto ai più.



Dal Rifugio Grauzaria si segue il segnavia n. 444 per un breve tratto iniziale e dopo il bivio per il Portonàt si prosegue in costa passando ai piedi della Cima della Sfinge e delle pareti nord della Creta Grauzaria. Questo sentiero porta il numero 446.

Con una ripida salita si raggiunge una prima forcelletta visibile anche dal rifugio; passati sul versante est, si continua a salire ripidamente su ghiaie seguendo il sentiero fino a un canalino attrezzato con corde metalliche alquanto rovinate. Questo tratto difficile si può comunque aggirare a sinistra poco prima dell'inizio delle attrezzature.





Si riprende ora il sentiero che, tenendosi sempre alla base della parete, in vista dei caratteristici torrioni chiamati Torri di Flop, percorre una specie di camminamento tra la parete stessa e alcune colossali lame di roccia.





All'uscita bella vista del Campanile della Medace, 1586 m, incorniciato dalle pareti scure del “camminamento”: senza arrivare alla Medace si risale ora fin quasi alla fine un lungo canalone di grossi massi.





Alla fine del canalone il sentiero obliqua a sinistra (Sud), tra mughi, ghiaie e zolle erbose, mentre ora la punta della Medace appare proprio sotto il sentiero. In breve si giunge in vista del bivacco. Non si trova acqua lungo il percorso.

Ore 2.30 dal Rifugio Grauzaria.

Itinerario n. 4



Un'arrampicata solare

Via direttissima alla Creta Grauzaria



Questo percorso, che si svolge in ambiente grandioso e solare, richiede esperienza e qualche attrezzatura alpinistica per superare tratti di III. Esso permette di attraversare il massiccio della Creta Grauzaria da Sud a Nord passando dalla cima.

Dal Bivacco Feruglio, 1725 m, proseguire su detriti verso Sud puntando all'angolo sinistro del Gran Circo o Plan della Crete, dove un torrione appoggiato alla parete forma un diedro-colatoio. Attaccare le roccette a sinistra del colatoio e salire direttamente per 40 metri (II).

Traversando a destra si raggiunge il diedro che va risalito (II, un passaggio di III+) in direzione di un enorme masso incastrato; entrare nella caverna formata dal masso e uscire per uno stretto foro (II+) su una forcelletta. Valicarla per alcuni metri e, prima che il colatoio strapiombi, traversare sulla parete destra per 15 metri usufruendo di alcune fessure orizzontali (“le fessurette”, tratto chiave, III).

Giunti in un camino seguirne l'andamento (II-) fino a uscire in un colatoio (I) che si trasforma in cengia obliqua a sinistra. Appena possibile salire direttamente fino a raggiungere una cengia più alta che, percorsa verso sinistra, porta sulla grande cresta sud della Creta Grauzaria (2 ore). Seguirla in direzione della cima, superando l'anticima SO, l'anticima S e l'anticima SE, mantenendosi sempre sul versante sinistro (Sud). Da una forcelletta salire direttamente in vetta, oppure obliquare a sinistra fino sulla cresta ovest e per essa in vetta in un'ora (3-4 ore in tutto).

La direttissima fu aperta da Napoleone Cozzi e Tullio Cepich (8-9 settembre 1900): l'itinerario rappresentava una delle più difficili scalate delle Alpi Carniche di quei tempi.



Itinerario n. 5



Un monte “sereno”

Via normale al monte Sernio, 2187 m



Dal Foran da la Gjaline, in un mattino di sole, la bianca mole calcarea del monte Sernio appare in tutta la sua potenza e il suo splendore, giustificando pienamente il nome che deriva dall'aggettivo latino serenus, cioè spoglio, privo di alberi. La salita al monte Sernio per la via normale è un'escursione veramente remunerativa per la continua varietà degli ambienti e dei paesaggi, che ci ricompensa della sua lunghezza (ore 2,30-3,00 dal Rifugio Grauzaria). Il percorso presenta qualche passaggio di II-.





Dal Foran da la Gjaline 1560 m (segnavia n. 437, vedi itinerario n. 1) si scende per pochi metri e ci si immette nel sentiero a sinistra (segnavia n. 419) che sale alla Forca Nuviernulis, 1732 m, in ore 1.30 dal Rifugio.

Dalla forcella si scende per un breve tratto sul lato sud (valle del Glagnò) per aggirare la Torre Nuviernulis o Medòn, e poi si risale fino alla forcelletta a Ovest della stessa, ai piedi di un altro torrione, la Torre Ivano.





Da qui si sale con percorso alterno tra roccette e tratti erbosi tenendosi poco lontani dalla cresta est del monte Sernio. Oltrepassata un'ulteriore forcelletta ci si porta sul versante sud del monte, meno ripido, e risalitolo per un tratto si giunge all'estremità della cresta est e da qui alla vetta.

Ore 3 dal Rifugio.

Il panorama è vastissimo, dalle Dolomiti alle Prealpi e alla pianura, con le Giulie a Est e i Tauri a Nord. In primo piano il monte Tersadia a Ovest, solcato dalle serpentine della strada militare, e le pareti della Creta Grauzaria a Est.

La vetta del Monte Sernio fu raggiunta per la prima volta da due donne, Minetta e Annina Grassi, il 21 agosto 1879.

Itinerario n. 6



Per facili roccette

Salita al monte Sernio per la cresta NNO



La salita si svolge sulla marcata cresta che separa la parete nord dalla parete ovest lungo un itinerario vario e divertente, con alcuni passaggi di facile arrampicata fino al II grado. E' richiesta qualche conoscenza di tecniche alpinistiche. Il percorso è segnalato.

Dal Foran da la Gjaline, 1560 m, abbassarsi nella conca di Casera del Mestri e seguendo i segnavia gialli e bianchi dell'Alta Via Val d'Incarojo salire verso sinistra su faticosi detriti fin dove la Cresta di Valvariute si collega alla cresta NNO (ore 1.30).

Seguendo un canalino si tocca la cresta; da qui traversare a destra fino a poter salire direttamente per facili roccette (I) giungendo sotto un salto di roccia verticale. Obliquare prima a destra (I e II), poi a sinistra (II) per rampe, portandosi sotto strapiombi neri. Obliquare per 50 metri a destra su una cengia (I) quindi salire direttamente per divertenti roccette e canalini (I e II-) fino su una marcata cresta. Seguendo quest'ultima verso destra si tocca in breve la vetta (ore 2.30; ore 4 in tutto).









Ivo Pecile al Rifugio Grauzaria!


Ieri, domenica 14 giugno, abbiamo ricevuto la visita di Ivo Pecile e Sandra Tubaro che stavano effettuando le riprese per la prossima trasmissione di Sentieri Natura che sarà tutta dedicata al Rifugio Grauzaria e alla Val Aupa! I nostri Ivo e Sandra, in compagnia di due amici, hanno ripercorso l'Anello del Monte Flop, che presenteranno venerdì 19 giugno alle ore 21.30 su Telefriuli.
Per l'occasione saremo presenti in studio anche noi due gestori. Si parlerà della storia del Rifugio Grauzaria e della situazione attuale, della rete dei sentieri nella nostra zona, delle attività in calendario per la stagione 2009 e tenteremo di fare un paragone tra l'esperienza di gestione di 20 anni fa e quella attuale. Non perdetevi la trasmissione!

lunedì 1 giugno 2009

Wichtige Informationen

Die Grauzaria-Hütte der Alpenvereins-Sektion Moggio Udinese in Friaul wurde im Sommer 2008 nach langer Renovierung für die Bergfreunde wieder eröffnet.

Die Renovierungsarbeiten dauerten mehr als 10 Jahre, in denen die Hütte geschlossen blieb. Nach dieser langen Zwangspause ist unsere Hütte jetzt fast doppelt groß und sehr modern ausgestattet. Dabei aber hat sie ihren ursprünglichen einfachen und gemütlichen Charakter einer echten Berghütte nicht verloren, die sich trotz ihrer relativ niedrigen Lage (1250 m) in einer sehr felsigen, alpinen Umgebung befindet.


Die Hütte liegt in einer Lichtung inmitten eines Buchenwaldes und ist erst in den letzten Gehminuten zu sehen: es ist ein sehr solides, weißgetünchtes Gebäude mit roten Fenstern und Türen und einer Fotovoltaik-Anlage auf dem Dach.

Man erreicht sie in 1 ¼ Stunden auf einem guten Weg, der vor der Häusergruppe Nanghets ( 715 m) im Aupa-Tal beginnt. Der Weg steigt im Tal des Flop-Baches auf, zuerst durch einen Buchenwald und dann auf freiem Gelände unter den mächtigen Wänden der Creta Grauzaria und des Sphinx-Kopfes, der mit seinem charakteristischen Profil hervorsticht.

Schon der Weg zur Hütte bildet eine sehr abwechslungsreiche Wanderung mit botanisch reizvollen Besonderheiten; die Hütte ist ein ausgezeichneter Ausgangspunkt für den Anstieg zur Creta Grauzaria 2065 m und zum Berg Sernio 2187 m; es gibt zahlreiche Bergsteigerrouten von jedem Schwierigkeitsgrad und schöne Wanderungen für jeden Geschmack wie z.B. zum Sattel Foran da la Gjaline, dem Aussichtsberg Monte Flop, dem Forchiutta-Wald, zur renovierten Casera del Mestri (unbewirtschaftetem Biwak.)


Man kann auch wunderbar lange Wanderungen durch noch wildes Gelände unternehmen, wie z.B. das Glagnò-Tal (mit Ankunft in Moggio oder Monticello) oder den Klettersteig
Cengle dal Bec um die Creta Grauzaria.
Der neue Klettersteig “Pietro Nobile” ermöglicht die Überquerung des Cima dei Gjai bis zum Sattel Forca Nuviernulis.

Die Hüttenwirte, die schon in den 80er Jahren die Hütte bewirtschafteten ( damals allerdings um 20 Jahre jünger waren) sind Dario Masarotti und Antonietta Spizzo.
Weil es damals noch keine Materialseilbahn gab, waren die Hüttenwirte gezwungen, alles auf ihren Rücken hinauf zu schleppen.

martedì 17 marzo 2009

Casa di bambola...a Casera del Mestri


Ancora dal Mizzio riceviamo questa foto veramente eccezionale del ricovero di Casera del Mestri, situato sotto la parete del Sernio, che sembra la casetta delle bambole o delle fate in un film di fantasy. Grazie Mizzio!